Nella chiesa le immagini
sacre si muovevano in brevi sequenze che si ripetevano in cicli, una donna con
delle spade che le penetravano il cuore, facendolo sanguinare, le erezioni del
cristo crocifisso, il pene duro che splendeva di luce, affreschi di nuvole che
si aprivano e chiudevano, istantanee dell’apocalisse, messaggi subliminali di
un inferno misterioso e irraggiungibile – i colpi della campana, cerchi d’argento
concentrici, le canne dell’organo erano enormi, si allungavano nelle alte
navate, falli metallici dalla voce acuta e avvolgente, i piedi di una ragazza
inginocchiata, le cosce nude come sublimi tentazioni, i suoi occhi accoglienti,
il ventre caldo, le parole del sacerdote risuonavano come fredda pietra battuta
dal ferro, la pelle bruna della schiena, vicina e proibita – in treno le
immagini scorrevano sulla destra, ULM, STUTTGART, linee di luce elettrica,
tunnel e connessioni mentali, rumori dall’iperspazio, file di alberi, piloni
dell’alta tensione, totem alieni, i ponti di cemento si susseguivano, gli
infiniti depositi di macchine, scintille di metallo, colonne che tagliavano il cielo
in sequenze di nuvole a bassa quota, tubi di lamiera intrappolati nei muri di
mattoni rossi delle fabbriche, un bicchiere di vetro in cui osservare un
percezione liquida della realtà, origami di luce, l’ombra improvvisa di una
mano che scrive.
Qualcuno mi passa una
pipetta per fumare erba, il primo tiro mi brucia i polmoni, facendomi tossire,
lasciandomi senza fiato, costellazioni di muta bellezza in un cielo oscuro e
maestoso, la pressione calda delle cosce di una donna contro le mie, i suoi
piedi nudi, le unghie laccate di rosso, il suo corpo oscillava, l’energia
bianca mi gonfiava i coglioni, la sentivo vibrare, concentrarsi nella punta del
cazzo – il sentiero mi aveva portato in una radura, in alto, il vento frusciava,
facendo cantare centinaia di piccole foglie, l’aria accarezzava il mio corpo,
piaceri sconosciuti, la bocca di una giovane ragazza da riempire, le
rotaie/linee parallele ai margini di un fiume, un buco di culo da fottere, i
disegni primitivi di un cazzo, le epidermidi psichedeliche degli invitati che
si trasformavano in mosaici di luci colorate, qualcuno sente ancora il bisogno
di confessare i propri peccati? Di unire le proprie mani in preghiera? Echi di
orgasmi e dolore, l’astinenza di una privazione, i minuti come schegge
impazzite del tempo.
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