venerdì 25 marzo 2022

Bilbao

 La città appariva in un’alba di fantasmi e simulazioni geometriche, da dietro i vetri oscurati del pullman vedevo i fari delle macchine come occhi opachi di insetti alieni in movimento e le file di palazzi mi sembravano tetre prigioni architettoniche, simulacri visivi per occhi alterati e cubicoli invisibili nei quali le persone si ritrovavano ad essere rinchiuse, potevamo chiamare i nostri bisogni con centinaia di nomi diversi, sarebbe sempre rimasta la necessità di non voler essere come gli altri? 

La stazione di Bilbao era deserta dopo la mezzanotte e mentre scendevo sottoterra l’entrata della metro, alla mia destra, si è rivelata come all’interno di una sequenza onirica, sapevo che se fossi andato in quella direzione mi sarei perso e non avrei più saputo come tornare indietro - Un fremito di paura, una tentazione del subconscio - Poi sono andato a sedermi nella sala d’aspetto e c’era poca gente e non mi interessava chi avessi intorno e un uomo arabo si era incazzato con un altro e gesticolava e borbottava, poi una lunga telefonata e tutto sembrava ridicolo e grottesco e un ragazzo con uno skate mi ha chiesto dove fosse il suo pullman e io gli ho detto che non ne avevo idea e una ragazza si era addormentata su una panca accanto alla sua bicicletta e poi ero sul pullman e attraversavo la notte e ho chiuso gli occhi e non so se ho dormito, ero solo in balia dei respiri e del movimento e dei miei pensieri che svanivano e dei ricordi e mi sentivo vuoto e stanco e per questo libero da ogni preoccupazione e ci siamo fermati ad una stazione e non so che ore fossero e sono sceso e sono andato a pisciare e non avevo la minima idea di dove fossi poi il viaggio è continuato e il tempo si è stancato di scorrere - Ci sono state delle ellissi narrative e flashback ed ero in un bar di Bilbao con Sara a bere vermouth rosso e probabilmente gin e lei mi raccontava dei suoi anni universitari e dei suoi amici e dei luoghi dove aveva vissuto, delle strade, dell’hashish, della vita bohémienne, dei quadri e della pittura e poi stavamo passeggiando lungo il fiume ed era notte ed eravamo in silenzio e un altro bar nel quale le piaceva andare con i suoi compagni di studi, a bere e a immaginare la vita e fuori dal Guggenheim c’era una protesta di lavoratori e sembravano avere ragione in quello che dicevano, poi le parole sono finite e loro si sono messi a ballare e noi abbiamo deciso di non entrare nel  museo e abbiamo vagato per la città e le sue forme, le sue linee, i suoi spazi, i suoi volumi - C’erano ponti e creazioni visive ed attimi di pura fantasia urbana e lungo il fiume c’era una gara di canottaggio e ci siamo fermati a vederla e Sara si sentiva emozionata e orgogliosa di appartenere a questi luoghi e un vecchio signore ci è passato davanti mentre eravamo seduti a bere con un basco nero in testa e un altro si è messo a cantare e poi in un altro bar c’erano vecchie foto di giocatori di calcio e in un altro momento eravamo a Castro ed era notte ed eravamo seduti sul bordo di un marciapiede a bere vino bianco e mangiare frittura di calamari e c’erano parecchie persone intorno e l’aria era vibrante e i vicoli e l’odore di urina e i nostri sguardi e anche le risate e la voglia di scherzare e sentirsi leggeri - Abbiamo dormito nella sua macchina ed era bello e piacevole e confortevole, abbiamo parcheggiato vicino al mare e sentivamo le onde arrivare e con esse ci siamo addormentati e abbiamo aspettato il nuovo giorno e tutto sembrava fluire senza problemi e la vita svaniva e noi lo sapevamo, perché gli amanti sono sempre destinati a separarsi, perché ci siano addii che abbiano il sapore di baci rubati e lacrime e di tutte le parole d’amore che non siamo mai riusciti a dirci.


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