martedì 8 marzo 2022

Cigarrones #25

 Avevamo organizzato una cena anarcosindacalista, io e Lolo, ed era più un’occasione per stare insieme e cucinare e bere birra e vino e parlare e scherzare che un vero e proprio happening politico. Compravamo la verdura da Emma e poi andavamo nella baracca di Lolo a cucinarla, su un fornelletto rimediato chissà dove, tutto lì dentro era sporco e in disordine e meraviglioso, stappavo una bottiglia di rosso e poi iniziavo a tagliare le zucchine, le cipolle, le carote, l’aglio e ogni foglia commestibile che trovavo nel suo giardino. Quella sera ci sarebbero state anche le prove de Los Bayakaneros, il gruppo di Tim, Shane, Paul e Nick. Mi piaceva rimanere ad ascoltarli, quando ero da quelle parti e loro suonavano, seduto o sdraiato dove capitava. Nick con il suo whisky e succo di limone, Tim con il suo litro e Paul e Shane con le loro lattine. Le canne, poi, non si contavano. Di solito suonavano nel magic bus e questa volta Nick mi aveva chiesto di riprendere le prove, così ero salito su anche io quando avevano cominciato a darsi da fare con gli strumenti, mi ero sistemato in un angolo in cui mi sembrava di avere una buona visuale di tutti e quattro e avevo acceso la videocamera, Nick aveva sistemato alla meglio l’illuminazione di un paio di lampade e così tutto era pronto. Avevo la bottiglia di rosso vicino, da cui davo lunghe sorsate, ero già abbastanza ubriaco e poi la magia è successa e ho iniziato a perdermi nella loro musica, ad essere quasi una cosa sola con i suoni e filmavo e semplicemente mi lasciavo andare seguendo  lo scorrere delle canzoni ed era tutto così naturale e fluido, mentre inquadravo prima uno e poi l’altro, avvicinandomi e allontanandomi dagli strumenti, mi sentivo come in un’estasi di percezioni che sembrava perfetta nella sua semplicità, non avevo idea di quello che stessi facendo, era pura improvvisazione registica, pura creazione artistica all’interno delle loro melodie.

Dopo le prove me ne sono andato a dormire su un materasso fuori della baracca di Lolo, c’era silenzio e c’erano le stelle luminose nel cielo, c’erano i cactus di San Pedro con la loro presenza a proteggermi, mi sono addormentato quasi subito, ancora un pò sbronzo, senza grandi progetti, senza grandi pensieri, volevo solo dissolvermi in questo momento di quiete, non essere più io, per alcuni questa era una liberazione, per altri una fuga senza fine.

Nessun commento:

Posta un commento

freewheelin' #82

  Le notti diventavano più brevi e il sonno si popolava di sogni e fra le loro storie c’eri anche tu, il tuo volto e il tuo corpo ma non i t...