mercoledì 2 marzo 2022

freewheelin' #61

 Vecchi attori fuggiti via dai palchi scricchiolanti delle proprie esistenze, rifugiati in cortijo nascosti, la scatola blu delle sostanze e il giardino delle piante medicinali, la casa della luce non era altro che un travestimento per i giochi dell’oscurità, sadismo e masochismo, gli antichi desideri, le primitive immagini di falli disegnate sulle pareti di roccia di caverne invisibili, calore bianco sulla pelle (e dentro le vene, ghignava il vecchio Lee), le bocche sdentate dei tossici che mi sorridevano, gli abbracci etilici di Paul, i progetti che non si sarebbero mai realizzati e i film della mente proiettati in loop concentrici e c’era qualcuno che mi parlava in tedesco e avremmo tutti potuto essere parte di questo scherzo infinito (nessuno si senta escluso) e negozi chiusi, serrande abbassate, i riflessi psichedelici sull’acqua di una piscina e un uomo che sembrava lo scrittore che si sedeva contro un muro, dimenticando il suo nome, la sua storia, come aveva visto fare a tanti esuli prima di lui, testimone caduco delle disgrazie di uomini che gli si avvicinavano striscianti con i loro volti segnati, mutevoli, stanchi, in fuga dalle proprie espressioni, trasfigurati in maschere tragiche e che cosa era rimasto fra le pagine di ogni minuto che avevamo trascorso insieme? Cosa era rimasto della Costante Caduta? Titoli provvisori al bordo di un manoscritto e sceneggiature macchiate di rossetto e le dolci vibrazioni nel basso ventre e una musica e una voce e poi solo il silenzio delle dune e le sedie vuote intorno a un tavolino di plastica bruciata, camere abbandonate, illusioni sudice di sudore, una febbre di infelici felicità fuggenti, i ricordi ti tutto ciò che abbiamo smarrito, gli amori svaniti, i tagli sul cuore, i tagli sul cuore, i tagli sul cuore.

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