mercoledì 3 febbraio 2016

la scoperta di me stesso (2009)

ero legato alla croce di sant’andrea. mani e piedi. ero nudo. delle mollette mi stringevano i capezzoli e il dolore era qualcosa di molto eccitante. avevo una laccio intorno ai coglioni e il cazzo duro, che sbatteva contro il legno della croce. lei iniziò a frustarmi e i primi colpi mi tolsero quasi il respiro. sentivo la pelle della schiena bruciarmi. urlai. lei continuò.

ascoltavo il rumore dei suoi tacchi sul pavimento e i colpi di frusta che si susseguivano. implorai che smettesse. il dolore stava diventando parte di me. lei cessò all’improvviso. feci un lungo respiro e sentii le sue mani sfiorarmi la schiena, fui invaso da brividi indescrivibili, le sue mani accarezzavano i miei capezzoli e le mollette che li stringevano. volevo piangere. sentii il suo profumo ed era incredibile quanto l’amassi in quel momento, quanto le emozioni fossero così pure, dense, eterne. il tempo non aveva più dimensione, era qualcosa di incalcolabile. c’era il mio corpo e la mia anima e quanto di più intimo possedevo.

messo a nudo e torturato mi stavo spingendo nell’abisso. mi muovevo nelle tenebre con una sicurezza che mi lasciava incredulo. era tutto quello che volevo, era un luogo in cui la libertà diventava reale.

poi i colpi di frusta iniziarono di nuovo a lacerarmi la schiena, continuavo a cadere dentro l’abisso sentendomi sempre più leggero. sembrava quasi di volare.

lei era dietro di me.

il mio amore non aveva più confini.

tutto quello che mi avrebbe dato sarebbe stato un dono.

gli sputi, il dolore, le carezze, gli schiaffi, gli insulti, gli sguardi.

avevo il cazzo ancora duro.

non sapevo più nulla eppure ogni cosa mi appariva nitida e reale.

nel momento in cui venni, mentre mi masturbavo ai suoi piedi, con le mollette ancora sui capezzoli e i lividi su tutto il mio corpo fu come se nascessi di nuovo.

risi forte.

così forte che i muri stessi della casa sarebbero potuti crollare.
nel buio più profondo del mio cuore avevo trovato una luce così brillante che ebbi paura di diventare cieco.

non ero mai stato così puro.

vivo.

consapevole.

la sborra si asciugava sul pavimento, lei mi guardava negli occhi.

non avevo più paura di nulla.

in quel momento capii che l’amore era un sentimento indefinibile.


in quel momento capii chi fossi veramente.

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