lunedì 1 febbraio 2016

stronzi di cane (2009)

sono seduto
ad un tavolino,
con un bicchiere
di martini
davanti
e le parlo
di cose senza
importanza.
siamo stati anni
a parlare
davanti a centinaia
di tavolini
bevendo birra,
vodka,
rum,
gin tonic,
gin lemon,
sgranocchiando noccioline,
chiacchierando
o rimanendo in silenzio
a guardarci.
siamo seduti
davanti ad un tavolino
ed è il giorno
del mio compleanno
e io parlo
e lei mi ascolta
poi le parole
iniziano a bloccarsi
nella gola
e non ho più niente
da dire.
e allora ci alziamo
e il cuore
comincia a battere
cupo
e sento il dolore
diffondersi,
caldo,
nella pancia, nei polmoni
sale nella gola
fino a soffocarmi
arriva negli occhi e
sono lacrime
che cerco di trattenere,
poi lei fa un gesto
una carezza
un abbraccio
e appena sento
la sua mano
è come se mi arrivasse
un pugno
e le dico –
ti prego, non toccarmi, mi fai male
e allora è un turbine
di ricordi,
sensazioni,
sogni infranti,
delusioni
un vortice
di immagini
velocissime
che mi esplodono
negli occhi
e le dico –
devo andare,
poi l’abbraccio
e il dolore finalmente
esplode
e le lacrime sono
una via di fuga piena di ombre
e assassini
poi mi giro
e mi allontano
e vago e mi dispero
affogo nel cemento,
tra gli stronzi dei cani,
mi aggrappo ad un muro,
poi mi lascio cadere in questo
baratro solitario
e cerco la fine
e non la trovo,
risalgo verso la superficie
e il vento tira forte
e fa volare la polvere
delle strade,
penso all’amore
a quanto faccia male
a quanto la sofferenza
sia un luogo intimo
e profondo,
penso a tante cose
poi è notte
e l’oblio
e demoni ghignanti
che ancora mi straziano

il cuore.

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