sono
seduto
ad
un tavolino,
con
un bicchiere
di
martini
davanti
e
le parlo
di
cose senza
importanza.
siamo
stati anni
a
parlare
davanti
a centinaia
di
tavolini
bevendo
birra,
vodka,
rum,
gin
tonic,
gin
lemon,
sgranocchiando
noccioline,
chiacchierando
o
rimanendo in silenzio
a
guardarci.
siamo
seduti
davanti
ad un tavolino
ed
è il giorno
del
mio compleanno
e
io parlo
e
lei mi ascolta
poi
le parole
iniziano
a bloccarsi
nella
gola
e
non ho più niente
da
dire.
e
allora ci alziamo
e
il cuore
comincia
a battere
cupo
e
sento il dolore
diffondersi,
caldo,
nella
pancia, nei polmoni
sale
nella gola
fino
a soffocarmi
arriva
negli occhi e
sono
lacrime
che
cerco di trattenere,
poi
lei fa un gesto
una
carezza
un
abbraccio
e
appena sento
la
sua mano
è
come se mi arrivasse
un
pugno
e
le dico –
ti
prego, non toccarmi, mi fai male
e
allora è un turbine
di
ricordi,
sensazioni,
sogni
infranti,
delusioni
un
vortice
di
immagini
velocissime
che
mi esplodono
negli
occhi
e
le dico –
devo
andare,
poi
l’abbraccio
e
il dolore finalmente
esplode
e
le lacrime sono
una
via di fuga piena di ombre
e
assassini
poi
mi giro
e
mi allontano
e
vago e mi dispero
affogo
nel cemento,
tra
gli stronzi dei cani,
mi
aggrappo ad un muro,
poi
mi lascio cadere in questo
baratro
solitario
e
cerco la fine
e
non la trovo,
risalgo
verso la superficie
e
il vento tira forte
e
fa volare la polvere
delle
strade,
penso
all’amore
a
quanto faccia male
a
quanto la sofferenza
sia
un luogo intimo
e
profondo,
penso
a tante cose
poi
è notte
e
l’oblio
e
demoni ghignanti
che
ancora mi straziano
il
cuore.
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