Asis aveva una mano con sei dita, la sinistra, la carnagione scura, non era molto alto e parlava in maniera veloce, una lingua che assomigliava un ribollire di suoni – camminavamo intorno alla piazza del mercato, sembrava esercitare un certo potere sulla sua gente, lo trattavano e lo salutavano con rispetto, qualcosa che vibrava in scintille olivastre intorno alla sua figura.
Poteva
controllare molti uomini con le sue parole ma la sua gente era remissiva,
pacata, docile, diventava invadente e aggressiva solo in rare occasioni, la
loro lingua risuonava come una litania ipnotica, non mi piaceva, trascinava i
pensieri e le immagini mentali in labirinti sbiaditi e la via d’uscita
scompariva una volta che ci si finiva dentro.
Pensavo che la
vendita delle rose, di oggetti inutili, che i lavori più umili, che fare i
lavapiatti, che passare ore e ore dentro negozi riempiti in ogni spazio di
verdure putride e alcolici scadenti fossero solo delle coperture, un modo per
nascondere altre attività, altri commerci. Mi sbagliavo.
Asis non aveva
visione, capacità di osservare le cose e il mondo in maniera più complessa,
attenta, non creava connessioni, non era in grado di farlo. I suoi simili erano
come formiche, criceti in gabbia, la loro passività non avrebbe portato nulla
di buono, erano adatti allo sfruttamento e in quella condizione avevano scelto
di vivere.
Mangiammo riso
con pesce in una stanza affollata, bevendo tè nero insieme ad altri uomini.
Parlavano tutti insieme e la mia mente sembrava sul punto di trasformarsi in
bolle di sapone, spinte dalle loro parole verso il soffitto, sarebbero esplose
in aria, le loro voci stavano disperdendo i miei pensieri, li sentivo formarsi,
diventare sottili e sferici, salire verso l’alto e scoppiare, uno dopo l’altro,
senza rumore – nessuna droga, nessun desiderio di caos, le loro armi erano
sonore, se avessero parlato in centinaia e tutti nello stesso momento avrebbero
disorientato e fatto impazzire qualsiasi nemico, il linguaggio come arma,
decisi di rimanere in contatto, migliaia di bocche che blateravano ad alta
velocità davanti alle barricate della polizia, nessuno si sarebbe aspettato un
attacco di questo tipo, nessuno tranne me.
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