Nella stanza, sul mio letto, trovo degli oggetti che non sono miei,
tracce di un bambino, vado in un’altra stanza e mi arrabbio con un uomo e una
donna, abbastanza anziani, gli dico che non possono usare il mio letto, che
quella è la mia stanza e loro non ci possono entrare, vedo anche un bambino, in
un angolo, silenzioso.
Ci spostiamo in una cucina e loro iniziano a preparare da mangiare, io
non ho pranzato, l’uomo mi parla, cerca di spiegarmi alcune cose, provo una
sensazione di pena, mi dispiace per lui, lo guardo meglio, la pelle grinzosa
del volto, mi accorgo che non ha più il naso.
La donna tira fuori dal forno una teglia, la posa sul tavolino, serve
quello che ha preparato su dei piatti, a me non dà niente.
Torno nella mia stanza, c’è un piccione con un calzino nel becco, il
calzino è a strisce rosse e nere, vedo il piccione muoversi sulle pareti, cerca
di uscire da una finestra, non ci riesce, poi è fuori, dietro i vetri, poi
dentro la stanza, poi scompare attraverso una porta. Sempre con il calzino stretto
nel becco.
Qualcuno continua a cambiare canzoni sul mio computer.
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