giovedì 10 marzo 2016

dream #17

Cammino per un lungo corridoio, arrivo davanti ad una grande stanza, dove di solito servono la colazione, adesso è vuota tranne per alcune donne che stanno facendo le pulizie, chiedo perché nessuno sta servendo la colazione e loro mi rispondono che è tardi, dico che non è tardi e mi arrabbio con una di loro, ripetendole che le cose non possono funzionare così – Incontro Matteo in un’altra stanza e lui mi chiede sottovoce se  ricordo dove sono alcuni libri fotocopiati con cui facevamo lezione, gli dico che dovrebbero essere in uno degli scaffali della libreria di metallo, anche se è molto tempo che non li vedo, forse qualcuno li ha rubati – In classe c’è Djene, la saluto e poi esco – Il contatto del suo corpo contro il mio, mentre camminiamo, l’ombrello aperto, sta piovendo e lei mi prende sottobraccio, un primo piano delle sue labbra, sul tram, mentre siamo in silenzio e torniamo verso casa – In una strada cerco un bar per fare colazione, entro dentro il primo che trovo, chiedo ad un ragazzo (il barista?) un caffè e un cornetto, li abbiamo finiti, dice lui e mi chiede se voglio qualcos’altro, guardo nella vetrina della pasticceria, non so decidermi, lui mi consiglia una pasta alla crema, accetto, lui prepara il caffè, poi prendo la tazzina e la pasta e mi siedo ad un tavolino, da solo, la crema ha il sapore di banana, sorseggio il caffè, il ragazzo si sposta da dietro il bancone e va a sedersi ad un altro tavolino, mangia una pizza e parla con alcune persone, finisco il caffè, mi alzo e vado a pagare, l’uomo dietro alla cassa batte il conto e mi dà lo scontrino, il prezzo non mi sembra corretto, è troppo alto per quello che ho preso, glielo dico, lui fa di nuovo il conto e mi dice che non ci sono errori, pago, mi chiede se tornerò, gli dico di no, mi dice che molti fanno così, entrano una volta sola e poi non si vedono più, mi sembra normale, gli dico, visto i vostri prezzi, esco fuori dal bar e l’uomo continua a parlarmi da una apertura rettangolare in una parete di legno, poi spinge la parete e questa inizia a muoversi come un’altalena, avanti e indietro, con la faccia dell’uomo sempre dentro l’apertura – Sono seduto su un divanetto, in attesa di entrare nella stanza dove faccio meditazione, si avvicina il mio maestro di yoga, si siede vicino a me, parliamo, poi mi abbraccia, il contatto della pelle del suo collo sulle mie labbra, è morbido, come fosse il collo di una donna, poi mi bacia sulle labbra, rimango stupito, lui si alza, mi guarda, mi dice qualcosa e si allontana, un primo piano dei suoi occhi scuri, prima di entrare nella stanza e sedermi nella posizione del loto – Prendo un autobus, mi siedo, ci sono altre persone, un bambino, parlano tra loro, guardo fuori da una delle finestre, il cielo è nuvoloso, l’autobus parte – Vedo Lorenzo che sta camminando, parla al cellulare, batto le dita sul vetro della finestra sperando che mi senta, lui non mi vede, si incontra con un ragazzo, affari di droga, penso – Inizia a piovere, sfumature bluastre, arriviamo ad un capolinea, dietro ad un grande palazzo, con alte colonne, tra di esse intravedo un enorme piazzale, scendo ed arrivo davanti ad un altro edificio, anche qui ci sono delle colonne e un giardino in cui alcuni ragazzi stanno suonando degli strumenti musicali da camera, violino, viola e violoncello, sembra una prova, mi fermo a guardarli, poi continuo a camminare, passando sotto le alte colonne. 

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