Io e Maria siamo davanti ad un cinema, compro due biglietti e ci spostiamo nel foyer, lei si allontana, ci sono già altre persone, parlano e aspettano di entrare nella sala, c’è un uomo che strappa i biglietti, gli do i miei e lui dice che non vanno bene, che con quelli devo entrare da un’altra parte, così me li restituisce e poi poi fa un gesto veloce con le mani e mi lascia una specie di timbro sui pantaloni, una scritta bianca, mi arrabbio, vado in cerca del responsabile del cinema per dirgli quanto è accaduto, - Arrivo ad una parete, attraversata da una lunga finestra orizzontale, dietro vedo alcune persone che stanno lavorando, sedute a delle scrivanie, al telefono o davanti ad un computer, faccio dei gesti per farmi notare, una delle persone si accorge di me, gli dico che voglio parlare con il responsabile, lui sembra intendermi anche se c’è un vetro che ci divide, poi abbassa lo sguardo – Da una porta esce un uomo, capisco istintivamente che è il responsabile, gli racconto quello che mi è successo, lui dice che ho ragione e mi chiede scusa, poi aggiunge che farà licenziare la persona che strappa i biglietti, poi cancella la scritta che avevo sui pantaloni, fa un gesto con la mano e le parole scompaiono come gesso su una lavagna, in una piccola nuvola di polvere bianca – Torno nel foyer e incontro Maria, ha due biglietti in mano, le dico che li avevo già comprati io e che non ci eravamo capiti, ci spostiamo verso l’entrata della sala, lei intanto dà i biglietti ad una persona dietro un bancone curvo e quella le restituisce i soldi che aveva pagato, poi entriamo nella sala senza che nessuno prenda i mei biglietti, è molto grande, con una volta a cupola, le pareti sono tappezzate di damasco rosso, scuro, cerchiamo i nostri posti, ci sediamo, le luci si spengono.
lunedì 28 marzo 2016
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