venerdì 26 agosto 2016

Clutton/Swansea/Hafod House



Mi sveglio in un letto bianco e alla mia destra c’è una vetrata da cui filtra la prima luce del giorno, ho la testa che ronza e i pensieri sono confusi, sento qualcuno che bussa alla porta, è Arthur e mi dice che devo alzarmi e tornare nella sua casa, mi metto i pantaloni e la maglietta, prendo lo zaino e lo seguo. Alcuni flash della notte precedente: lui che prepara un sandwich con tutti gli ingredienti che trova, io che lo assaggio e gli dico che è molto buono, io che fisso il frigorifero per un’eternità. Salgo le scale e c’è un sacco a pelo per terra, mi spoglio e mi ci infilo dentro, Lynn sta dormendo vicino al divano, chiudo gli occhi, i pensieri che ondeggiano, mi riaddormento.
Io e Lynn siamo sul treno per Swansea, il paesaggio che scorre fuori, ci sediamo vicini, le chiedo dell’esperienza che ha fatto con l’acido, i colori, le alterazioni, le risate, i pensieri fissi, le nuove connessioni. Le dico che mi piacerebbe prenderne uno insieme a lei nei luoghi e negli spazi in cui dobbiamo ancora arrivare e che avrei conosciuto solo alcuni giorni dopo, tra le verdi colline intorno alla sua casa. 
La luce che come un velo di meraviglia ricopriva con la sua quiete azzurra e rosa tutto quello che avevo davanti e le visioni delle grandi eliche che si muovevano lente all’orizzonte e quanto avrei voluto stringerla fra le braccia e vivere tutto quello che il cuore con i suoi battiti metteva in circolo nel mio corpo ma ogni attimo di perfezione reclama il suo tributo di sofferenza e in questo impossibile eppure reale equilibrio, in questa ennesima sconfitta dei miei sentimenti io mi sentivo vivo e presente come non mai, perché era chiaro che non avrei mai potuto dividere queste due metà e sapevo che le avrei continuate a cercare per tutta la vita, solo perché le lacrime scendessero ancora e io potessi sprofondare nell’abisso e guardarne il fondo e risalire verso la purezza di me stesso, luce che brilla da sempre nei miei giorni di abbandono.

Alla stazione incontriamo Kate, poi siamo in macchina, Lynn è al volante, mi addormento un po’, la testa che oscilla tra presente e passato. 

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