Le percezioni di un sogno, le bandiere azzurre e bianche che sventolavano al rallentatore, la forma triangolare di una piscina, l’acqua gelata, le ringhiere di metallo sporco, i piedi nudi delle ragazze, i loro corpi nelle tute di gomma. Le immagini mentali all’interno delle stanze segrete, quegli stessi corpi ricoperti di latex, i colpi del frustino, le erezioni incontrollate, inginocchiato davanti ad una di loro, il tatuaggio di un pavone, i mille occhi che mi guardavano dalle piume della coda, l’elettricità che toccava la mia pelle. Gli spiriti ancestrali che si impossessavano delle mani e delle gambe, del cazzo e dei coglioni, mentre camminavo lungo i sentieri della costa, le scogliere contro cui si infrangevano le mie onde mentali, i pistilli dei fiori che mi solleticavano le spalle, le punture dell’ortica che una donna di vento strofinava contro i miei capezzoli, il dolore che li bruciava e li faceva diventare duri e sensibili, connessioni erotiche e sinaptiche, appoggiato contro un masso, i petali di dita invisibili sulla punta infuocata della cappella, il sole che divorava i pensieri e proiettava ombre sulle enormi pareti di roccia, energia viola nel corpo, disteso sulla spiaggia, donne di sabbia che si avvicinavano ricoprendomi e dissolvendosi nella brezza dell’oceano, il mio cazzo che si trasformava in pietra e le loro mani granulose che lo strofinavano, la spuma bianca sulla cappella e il calore della luce che svaniva tra le nubi lasciando cicatrici di freddo. Una donna con degli stivali di gomma nera che mi ordinava di masturbarmi davanti a lei, la conchiglia di carne che si apriva, il mio cazzo che veniva risucchiato, non esisteva più nessuna volontà, solo un movimento, un rifluire che le maree insegnavano e la luna dominava, le contrazioni ritmiche, la sensazione di svanire, le carezze di una medusa, le strisce di pelle purpurea, i respiri azzurri, le notti senza nome, i tesori nascosti nelle vagine dischiuse di scogliere lontane.
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freewheelin' #82
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