lunedì 15 agosto 2016

St. Michel Mount #2


Le piante del deserto erano gigantesche e le loro foglie carnose, lingue e tentacoli di una piovra vegetale che si muovevano sinuose nell’aria accarezzandomi la pelle e ogni pianta possedeva una sua precisa geometria nel modo in cui si formava nel vuoto, c’erano disegni concentrici che ruotavano intorno ad un punto e mandala infiniti nella mente di chi le aveva create e le mie visioni prendevano quelle stesse strutture, caleidoscopi che si ripetevano, proporzioni alterate e cambi di prospettiva improvvisi e oltre queste immagini il suono costante, a basse frequenze, della marea che cominciava a salire, nascondendo strade di pietra e sentieri, cancellando le tracce che mi avevano portato fino a questo giardino segreto, i pensieri che si ramificavano in piani di spazio e tempo sconosciuti, il limite brillante di un’idea, il suo fiorire in una realtà senza più nessun significato se non quello puro e immediato di percezioni assolute. 

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