sabato 27 agosto 2016

Hafod House #4



La prima immagine della casa, appena usciti dal bosco, è uguale a quella di una fotografia mentale a cui non avevo più pensato. Lynn mi aveva sempre parlato di quel posto, invitandomi nel corso degli anni ad andarci ed erano state così tante le cose da cui mi ero dovuto liberare prima di poterlo fare.
Julian ci saluta, dopo che siamo scesi dall’auto e mi dice che stava contando fino a dieci e quando nella sua mente è giunto quel numero la nostra macchina è apparsa. Sorrido. Ci guardiamo negli occhi. Ci capiamo immediatamente. Era stato lo stesso con sua figlia.

I luoghi dell’infanzia di Lynn, i suoi giochi con i fratelli, le storie inventate, la magia dell’immaginazione, torno indietro, mi perdo nel tempo, nel corso dei giorni continuo a scendere in profondità, ci sono dei momenti, degli attimi così intensi, in cui i miei respiri sono talmente pieni e la luce che avvolge con la sua grazia gli alberi e le colline è così meravigliosa che io non posso fare altro che piangere e sento il mio amore crescere e anche la voglia di scoparla o semplicemente sfiorarla e lo faccio solo in poche occasioni, un bacio sulla guancia, uno dietro il collo, una carezza sul volto, quando lei è addormentata, ancora una bambina, il sole sulle sue palpebre chiuse, come posso spiegare la sensazione che ho provato, in macchina, in un sogno di alcuni anni fa, quando la baciavo ovunque e la masturbavo e lei non era una ragazza come un’altra ma era mia figlia, aveva poco più di diciotto anni e le mancava la famiglia e solo adesso, conoscendo i genitori e vedendo quei luoghi, potevo capire quanto quel dolore e quella malinconia potessero essere grandi e le accarezzavo i capelli dopo che le avevo succhiato i seni e leccato la schiena e le domande e la paura nel suo sguardo, non potrò mai dimenticarlo, non sapevo se fosse una cosa giusta o no ma era accaduta e i nostri ruoli erano così chiari e potevamo fare quello che volevamo perché non c’erano tabù, era solo un gioco e appena ho percepito che i suoi sentimenti diventavano più forti ho messo una distanza per non farla soffrire dopo, perché era giovane e le sarebbe passato e così è stato ma non avevo previsto quello che sarebbe successo a me, quanto mese dopo mese sentivo crescere qualcosa dentro il mio cuore e quando me ne sono reso conto era troppo tardi, perché lei sarebbe partita e ho pianto tutta la notte quando l’ho salutata, una delle ultime volte e questo non è servito perché quel sentimento è continuato a vivere e non ho più saputo controllarlo e una volta, di notte, ero ubriaco e parlavo con Valentina e le avevo chiesto se sarebbe mai stata in grado di lasciare la sua vita per un sogno, un sogno d’amore e i suoi occhi erano diventati lucidi ed è esattamente quello che ho fatto, non avrei mai potuto abbandonare la mia vita per nulla che non fosse stato un’illusione, una chimera, perché ho sempre preferito inseguire i miei sogni, da quando ero un ragazzo e le dico queste cose, le confesso a Lynn, in quei momenti in cui siamo da soli e intorno a noi c’é silenzio e quiete e lei sembra essersi scordata di tante cose, tutti gli attimi trascorsi insieme, ma giorno dopo giorno inizia a ricordare e io riconosco il suo sguardo e il verde dei suoi occhi e le risate d’oro, dovevo venire in questa casa per liberarmi anche di lei, era l’ultima persona a cui dovevo dire addio, prima di cominciare un viaggio così misterioso e oscuro che non avevo la minima idea di dove mi avrebbe portato.

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