venerdì 22 aprile 2016

Berlin #16


scivoliamo sull’acqua grigia e scura, senza bagliori, gli alberi spogli sulle rive, i bianchi tronchi delle betulle, gli uccelli in volo, traiettorie parallele alla superficie muta del lago, i sospiri d’inverno del cielo, la barche di legno, le case galleggianti, l’aria fredda che sussurra una lontana solitudine alle rughe del volto – architetture di altri tempi, le vite immaginate, dischiuse e nascoste all’interno di stanze riscaldate da stufe in ceramica, le guance rosse, i seni enormi, l’odore della tua fica sulle dita, i raggi di sole sul volto, seduto su una panchina in un biergarten, gli occhi sorridenti delle ragazze che spillano la birra, i salici silenziosi che accarezzano con le loro leggere lacrime le figure distese di due giovani amanti, le mani che si riscaldano, le tende rosse ancora chiuse, il risuonare delle scarpe sulle assi di un palco, un bacio sul collo per esorcizzare la paura, i colpi delle dita sulle pareti, messaggi cifrati, gli alfabeti della distanza, i sentieri intrapresi nel tempo, le mappe senza nessun nome da ricordare, cartine stradali pieghevoli, imbevute di acido lisergico, gli occhi vorticosi di chi traccia i propri ricordi su una pagina deserta, errori di prospettiva, le promesse svanite della giovinezza, di chi attraversa la notte verso ovest perché non ha più bisogno di tornare da dove era venuto.

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