le mignotte grasse, sulle sedie di
plastica bianca, i chili di carne sudata che fuggono dai ridicoli vestiti
estivi, quale dio perverso aveva potuto concepire un tale diabolico e osceno
meccanismo? c’era la fregna e la voglia di fregna e quando questa arrivava
l’uomo si dimenticava di tutto e si sarebbe pure buttato tra quelle cosce luride
e sudate pur di soddisfarla, quella voglia, non la fregna della mignotta, che
naturalmente non gliene poteva fregare niente a nessuno - avrebbero potuto
inventare dei buchi su un muro che simulasserro il risucchio di una vagina o di
una bocca, sarebbe stato molto più economico, semplice e sicuro. Un ragazzo e
una ragazza si erano seduti vicino a me, su una spiaggia altrimenti deserta, il
solito pensiero, di tanto spazio che c’era proprio qui si dovevano mettere?
Stavo prendendo un po’ di sole e lasciavo la mente libera, i due hanno iniziato
subito i loro spettacolini di giovane coppia, non che mi interessassero però ce
li avevo davanti e ogni tanto l’occhio ce lo buttavo, lei era pure carina,
magari qualcosina l’avrebbe fatta vedere, un seno, un piede, ma niente, si
sono accesi la solita sigaretta, tutte e due, poi distesi, lei sulla pancia di
lui, manco una volta il cazzo gli ha toccato la santa, poi la breve litigata
per qualcosa che riguardava il cellulare di lui, che il ragazzo guardava un
minuto si e uno no, poi lei si è alzata, sul punto di andarsene, meno male ho
sospirato e invece niente, si è riseduta, allora si è alzato lui, si è tolto la
maglietta, fisico asciutto, un paio di volte in palestra a settimana e si è
avvicinato al bagnasciuga, cellulare in mano, lei si è accesa un’altra
sigaretta, ho preso un libro e mi sono messo a leggere. Poi è arrivato un uomo
con tutto l’armamentario per pescare, ha preparato la sua roba, ha aperto una
sedia da campeggio, ha sistemato le canne, si è acceso una sigaretta, che se
non si fuma non si dà l’impressione di essere rilassati, poi si è seduto e
quando me ne sono andato non aveva preso manco un pesce.
Le case e le palme nane, i pini con
i rami che si intrecciano per farti impazzire, i muri scrostati e la salsedine,
l’aria del mare e una cazzo di tosse che non riuscivo a farmi passare, le
ricette per la codeina e le dolci discese nelle maree del sonno, le siringhe
sotto la sabbia, le piccole conchiglie coniche, la pelle levigata di un albero,
bianca ed esotica, due vecchi hippy che camminano con i loro zaini e i vestiti
colorati, le immagini senza ordine dei ricordi, di tutte le volte che sono
stato in questi posti, le persone con cui ci sono stato, il porto, orrendo
stupro commerciale, le ombre che ci camminano, pochi passi e torno indietro, le
scintille sulla sabbia, il calore sul viso e l’odore della crema solare, non ci
sono vele all’orizzonte, non ci sono nubi, la mente splende, il respiro del
mare nelle orecchie, ogni volta che abbiamo deciso di partire, solo perché
qualcuno sentisse la nostra mancanza.
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