Ancora
gli occhi di una ragazza così giovane, gli sguardi che non hanno bisogno di
parole, era così nitida l’immagine delle mie dita fra i tuoi capelli, quando ti
tenevo stretta fra le braccia, pioveva fuori dalla macchina, non sapevo neanche
rispondere alle tue domande, non ho mai saputo dire le cose al momento giusto,
me ne sono sempre rimasto in silenzio, perché l’importante non era quanto
avremmo preso dalla vita, ma tutto quello che saremmo stati in grado di
lasciarci alle spalle. Me ne stavo seduto su una panchina davanti ad un canale
dei docks, bevevo una birra e
guardavo le nuvole nel cielo, scivolavano veloci e sfumavano con le loro forme
l’ultima luce del giorno, la vita passata mi sembrava adesso così falsa, solo
una lunga illusione da cui mi ero finalmente liberato, trascorrevo le giornate
senza programmare nulla, attimo dopo attimo, non c’era compagnia migliore della
mia solitudine, mi sentivo così a mio agio, tranquillo e rilassato. Avevo
tenuto un bigliettino dove aveva scritto il suo nome, era così meraviglioso il
modo in cui l’essenza femminile continuava ad apparire nella mia vita, vedevo
dentro le donne e sapevo che loro facevano lo stesso con me, saremmo mai
riusciti a trovare un equilibrio? Saremmo mai riusciti ad amarci senza volere
nulla l’uno dall’altra? I colori del tramonto si nascondevano oltre i miei
pensieri, i gabbiani attraversavano il cielo, le gemme sugli alberi, ognuna con
la sua bellezza e i suoi segreti, ho accarezzato la tua pelle, quella notte,
solo per non poterla sfiorare mai più.
venerdì 22 luglio 2016
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