martedì 5 luglio 2016

homesick #52

Alcuni ancora si alzavano ogni mattina e la portavano avanti la farsa del lavoro e della vita, altri si stancavano e venivano cacciati a calci nel culo, li vedevi per strada, impauriti, quasi nessuno riusciva a cogliere il senso di liberazione, la vittoria sul sistema, l’ozio sarebbe stato un nuovo impulso rivoluzionario, là dove ogni azione richiedeva un corrispettivo monetario ed economico noi ce ne saremmo stati con le palle al vento, in solitaria estasi sul ciglio dell’occhio del cielo, ridendo e spargendo sperma nell’aria in esplosioni di gioia indecente, non ci sarebbe stata nessuna donna a raccogliere quel prezioso succo, non ci sarebbero stati l’inganno e l’illusione, solo danze propiziatorie per divinità primitive, tizzoni ardenti nella notte, ombre sulle pareti della caverna, adorate il mio cazzo eretto, urlava l’uomo scimmia, scolpite statue di pietra che lo rappresentino, dei fallici dagli occhi da rettile – c’era chi si sedeva in un angolo, chi rimaneva in piedi all’uscita di un negozio, gli occhi bassi, le parole mormorate, l’attesa di qualche moneta, quelli che gli passavano davanti erano indifferenti come gli era stato insegnato, il benessere era per pochi, la piramide aveva bisogno dei suoi schiavi, i colpi di frusta erano scintille di un gioco sadico, nessuno voleva parteciparci, ognuno era costretto a farlo. 

Si allontanavano le immagini, dal presente al passato, connessioni mentali, comunicazioni psichiche a centinaia di chilometri di distanza, le tue braccia nude, un incontro inaspettato per la strada, ci scambiamo uno sguardo improvviso e magnetico, le nostre teste si girano nello stesso momento, il tempo rallenta, gli occhi si attraggono, i corpi si muovono nella direzione opposta, il contatto finisce, ognuno continua a camminare, le voci intorno si fanno indistinte, una sfera di bianco silenzio sospesa nello spazio infinito della mente.


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